A cura di Cristiano Ruzzi La guerra civile spagnola, troppo spesso banalizzata, rappresenta una delle più cruente esperienze belliche del Novecento. La sua importanza storica, senza dubbio, risiede anche nella sua tensione ideologica: dal 1936 al 1939 – infatti – la Spagna fu un banco di prova per le potenze europee, un teatro operativo per le nuove tattiche militari e un fertile terreno di scontro per quelle visioni del mondo che si confronteranno in campo aperto nella Seconda Guerra Mondiale. Tra i tantissimi volontari accorsi da ogni angolo d’Europa per arruolarsi tra le file dei repubblicani o dei nazionalisti, vi furono anche le centinaia di combattenti inquadrati nella Brigata Irlandese: capeggiati da Eoin O’Duffy – già dirigente dell’Irish Republican Army e fondatore delle “Camicie azzurre” – questi giovani offrirono il loro contributo a Francisco Franco, al fianco dell’Italia, della Germania e di tutti coloro che aderirono alla lotta contro il bolscevismo e la sua furia sovversiva e antireligiosa. Questo libro, che rappresenta un contributo inedito, è una delle più autorevoli testimonianze storiche sulla guerra civile spagnola. O’Duffy, che tenne un diario accurato e coinvolgente, racconta episodi che la narrazione accademica di stampo marxista ha sapientemente omesso. Puntuale – in tal senso – è la cronaca del “terrore rosso”, messo in campo dal fronte anarco-comunista ai danni del mondo ecclesiastico e della società civile: una barbarie feroce e mostruosa, che colpì migliaia di innocenti e operò una vergognosa profanazione del patrimonio artistico e spirituale. Quella degli irlandesi, qui narrata dal suo protagonista assoluto, fu una vera e propria “crociata”: non certo una scelta di comodo, ma un sacrificio eroico per la salvaguardia della Civiltà europea.